Tutto ha inizio da un Working Holiday Visa, un visto australiano della durata di un anno che permette di lavorare in Australia legalmente. E’ possibile rinnovarlo per un secondo anno nel rispetto di alcune condizioni. L’intento è permettere ai giovani di altre nazioni di vivere l’Australia viaggiando e pagarsi le spese lavorando.
Inizia così l’avventura delle farm per 2 trentenni, Claudio e Valentina il sogno australiano rincorso su di un van. In Australia da 3 anni, oggi risiedono stabilmente a Sydney dove vivono e lavorano dopo aver attraversato in lungo ed in largo il continente con l’intento di poter ottenere un visto permanente nel paese, i nuovi migranti del XXI secolo alla ricerca di stabilità lavorativa e servizi efficienti.
Le farm australiane sono semplicemente fattorie e rappresentano una realtà molto diffusa per migliaia di backpackers (stranieri) che ogni anno si recano in Australia per vivere un’esperienza di viaggio e di lavoro.
Il lavoro in farm rappresenta un’occasione unica per chi vuole sperimentare l’intensità della natura e la vera cultura australiana. La vita in farm è un’esperienza unica ed è anche un modo immediato e facile per lavorare quando si è distanti dalle grandi città.
Il Governo Australiano incentiva il lavoro dei giovani nelle farm concedendo un secondo Working Holiday Visa a chi accumula almeno 88 giorni di lavoro in questo settore (non necessariamente presso lo stesso datore di lavoro).
Terminata l’avventura su di un van, alla ricerca di una stabilità e di un visto permanente, si riparte dalle grandi città come Sydney che ho visto con i miei occhi e vi posso assicurare che è tutto un altro mondo, l’Italia è lontana anni luce e per non cadere nella retorica vi invito un giorno a visitare la nuova Asia.
Avete capito bene perché Sydney è prettamente abitata da cinesi, coreani e vietnamiti, una multiculturalità di razze dove troviamo anche italiani, francesi, tedeschi, inglesi, irlandesi, olandesi, norvegesi. Mezza Europa, in pratica. E non solo: anche l’America Latina è ben rappresentata, ovviamente ci sono anche gli australiani, ma sembrano essere la minoranza.
La qualità della vita è elevata, la retribuzione media si aggira sui 1.500 $ australiani a settimana, circa 1.000 €, la tassazione è di circa il 20%, in un anno è possibile, nonostante i costi elevati per i servizi rapportati agli stipendi, mettere da parte qualche migliaia di dollari.
Concedetemi un po’ di retorica, mi piacerebbe vedere la nostra Italia funzionare come l’Australia, città pulite, servizi efficienti, autobus e metro puntuali, niente delinquenza, credetemi.
Autobus… Quando si sale tutti salutano il conducente, non esiste il biglietto di carta, ma una tessera che si utilizza per le corse anche in metro.
La gente pronta ad aiutarti e sempre con il sorriso, il codice della strada pienamente rispettato, non esistono le corsie di sorpasso ed i pedoni hanno veramente la precedenza, ma solo sulle strisce.
La vita comincia presto ogni mattina all’insegna di un rigoroso cappuccino e termina alle 16 ogni giorno, si cena presto, verso le 19, un ritmo di vita che concede a tutti una propria vita.
Sydney la città perfetta anche per lo studio, campus universitari e scuole che ti invogliano a rimetterti sui libri e studiare.
L’Australia non è ovviamente Sydney e Sydney non è l’Australia, ma dopo 9.000 km in sella alla moto in lungo ed in largo per il continente, tornarci è stato come tornare a casa.
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È stato un piacere conoscerti ed ospitarti! Ti aspettiamo, questa volta per rimanere!
settembre 5, 2017Mauro, ti vogliamo bene! Resisti! Stai facendo un’esperienza fantastica anche se sicuramente dura! Stai attento e …. mangia!! Noi ti aspettiamo! Un abbraccio forte forte.
settembre 9, 2017