A Bologna ho scoperto ed assaporato per anni la carne argentina, in Australia ho trovato la varietà della carne argentina, ma in Argentina?
Nada!
La qualità sicuramente c’è, ma nulla da invidiare a quella dei nostri allevamenti, a mio modesto avviso, superiori di gran lunga.
Ma allora dove è finita la buona carne argentina?
La migliore viene purtroppo esportata, al polo argentino non rimane che negarsi anche questo piacere.
Oltretutto, gli argentini non sanno cucinare, come tanti improvvisano, imitando sapori forse mai provati, probabilmente copiati su qualche canale satellitare.
Si può giudicare un popolo dal cibo?
Sì sì può. L’argentino è senza una propria identità, schiacciato da una vasta terra che lo allontana e lo chiude in se stesso. Diffidente, a mio avviso avverso al turismo poco accogliente al turista, all’opposto ad esempio della Turchia che per dispersione del suo territorio, anche se più piccola nella sua dimensione su kmq, si avvicina all’Argentina, ma a differenza del popolo sud americano, il turco è proattivo con lo straniero.
Deluso in parte, da una realtà che speravo mi rapisse, ma forse il fascino della Ruta 40 dei nostri nonni rimane solo nella memoria scolpita nei libri e nelle foto in bianco e nero.
Dell’Argentina mi ricorderò solo della sua immensità, del vento e delle rute sulle quali perdesi.
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